Club Alpino Italiano
Sezione di Conegliano

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Storia

I Gruppi Montuosi del Civetta e della Moiazza offrono uno dei più belli e affascinanti paesaggi delle Dolomiti Bellunesi. Da sempre questi luoghi hanno rappresentato le mete preferite da parte di numerosi amanti della montagna, di escursionisti e provetti rocciatori. I soci della sezione CAI di Conegliano hanno da tempo un forte legame per questi luoghi, nei quali gestiscono ben due rifugi alpini : il Rifugio Mario Vazzoler (dal 19..) ed il Rifugio Maria Vittoria Torrani (dal 19..).

Nel 1963 in seno alla sezione CAI di Conegliano matura l'idea di creare un Giardino Alpino. Lo scopo dell’iniziativa era quella di far conoscere, ai numerosi visitatori della montagna, la bellezza e la diversità della flora alpina dolomitica.

Le fasi del lavoro furono divise tra i soci volontari e il Corpo Forestale di Belluno che, lavorando in sinergia, portarono a termine la recinzione dell'area, la creazione degli ambienti alpini tipici e la messa a dimora delle piante.

Il giardino, intitolato all'ora Presidente delle Repubblica Antonio Segni, fu inaugurato nel giugno 1968 sul terreno di proprietà della famiglia Favretti. Alla cerimonia inaugurativa parteciparono anche i figli del Presidente Antonio Segni.


I figli del Presidente Antonio Segni il giorno dell’inaugurazione

Lavori preparatori

Preparazione delle aiuole

L’area prima del Giardino

Negli anni successivi alla fondazione si comprese che il giardino richiedeva molto lavoro, e il periodo in cui era possibile eseguire le opere di manutenzione era limitato ai tre mesi estivi.

Inizialmente la sezione CAI Coneglianese, per i lavori di gestione, era supportata dal personale del Corpo Forestale di Belluno. In seguito alla conclusione della collaborazione, il giardino venne - e viene amministrato tutt’ora- da soci volontari della sezione. La conduzione di un Giardino Botanico Alpino è attività assai difficile: il breve periodo in cui è possibile eseguire i lavori, gli alti costi di gestione e l’insufficiente numero di soci volontari rappresentano fattori limitanti per l’ottimale amministrazione di un’istituzione tale.

È quindi probabile che il visitatore noterà che le aiuole non sono messe bene in evidenza, e che al loro interno non siano presenti le specie tipiche dell'ambiente che esse dovrebbero rappresentare. Un’altra conseguenza della mancanza di personale deputato alla gestione è quella della progressiva perdita di specie inserite negli anni successivi alla fondazione. Nel 1993 si contavano circa 280 specie, mentre dall'ultimo censimento, effettuato nel 2009, ne risultano circa 180. Tale diminuzione è dovuta alla mancanza di gestione (taglio e sfoltimento delle specie arboree), ma anche al fatto che da parecchi anni non vengono raccolte piante in natura da inserire nelle apposite aiuole. Originariamente nel Giardino era presente un semenzaio, cioè un graticcio formato da assi di legno, dove erano disposti i semi raccolti in natura, l'anno successivo (per molte specie alpine anche dopo più di un anno) i semi avrebbero dato la pianta da interrare nell'aiuola giusta.

Il censimento floristico effettuato durante l'estate del 2009 ha fornito la base informativa per la realizzazione dei nuovi cartellini identificatici delle specie, questi riportano informazioni sulla specie e l'iconografia della stessa, allo scopo di facilitare la comprensione da parte dei visitatori.