Club Alpino Italiano
Sezione di Conegliano

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Gli arbusti contorti

Sopra il limite del bosco, dove gli alberi si fanno sempre più radi , si sviluppa la fascia vegetazionale degli arbusti contorti; il loro portamento strisciante è dovuto all’inclinazione del terreno e al peso esercitato dalla neve durante il periodo invernale.

La mugheta a rododendri

 


Pinus mugo

Nelle Alpi orientali, alle quote comprese tra i 1800 e i 2000 m, la vegetazione caratteristica è la mugheta; questa sostituisce la pecceta man mano che il suolo diventa più acclive e primitivo. La specie dominante nella mugheta è il pino mugo (Pinus mugo), conifera a portamento prostrato prodotto dall'azione meccanica della neve che lo ricopre durante la stagione fredda.


Erica carnea

Il mugo è comune in tutto l'arco alpino, con predilezione per il settore orientale. È caratteristico dell'ambiente dolomitico, dove cresce su pendii e macereti, per questo motivo è definita una pianta pioniera, cioè colonizza per primo le zone a elevata pendenza con scarsa presenza d'acqua e materia organica. L'instaurarsi del pino mugo permette l'accumulo di humus nel suolo, che a sua volta consente la crescita di altri arbusti con minor capacità di insediarsi in ambienti proibitivi quali sono i ghiaioni come l'erica (Erica carnea) e i rododendri.

Gli aghi del pino mugo sono relativamente brevi e diritti, appaiati a due a due e di colore verde chiaro; i rami sono particolarmente elastici e resistono superbamente al peso dell'abbondante neve che li ricopre d'inverno, e forniscono un'utile protezione contro valanghe e slavine, frenando lo scivolamento delle masse nevose sui fianchi dei pendii più inclinati.

I coni (pigne) sono sessili, ossia senza picciolo, e si dipartono dal ramo in forma perfettamente perpendicolare.

Tutta la pianta è impregnata di abbondante resina con la quale vengono preparati prodotti anticatarrali e balsamici, è bene ricordare che il pino mugo è pianta protetta.


Aghi e cono di pino mugo

 

I rododendri sono considerati le più belle piante arbustive della flora alpina, meritando il nome di “Rose delle Alpi”. Un tempo i botanici li chiamavano “Balsamum alpinum”, in virtù della ricchezza di sostanze volatili balsamiche contenute nelle loro foglie. Questi arbusti prediligono le zone ombrose, e i versanti esposti a nord.

Nell'arco alpino sono presenti due specie di rododendri: il rododendro rosso (R. ferrugineum) e il rododendro irsuto (R. hirsutum); essi si distinguono per caratteristiche morfologiche, esigenze edafiche e areale di distribuzione.

Il rododendro rosso è caratterizzato da piccole macchie color ruggine nel margine inferiore delle foglie. Il rododendro irsuto è caratterizzato dalla presenza di peli lungo il margine fogliare. È più gracile e piccolo rispetto al rododendro rosso, le foglie sono meno coriacee; caratteristico delle pendici calcaree prealpine esige poca materia organica, per questo motivo è in grado di insediarsi sulle rupi e sui detriti scoperti sui versanti settentrionali più umidi.

I due rododendri sono piante carpatico-alpine. Sulle alpi la loro distribuzione presenta una corrispondenza assai interessante con la distribuzione delle aree silicee (R. ferrugineum) e calcaree (R. hirsutum). Il rododendro ferrugineo è capace di insediarsi anche in regioni calcaree se trova rocce coperte da humus acido, respingendo il meno vigoroso rododendro irsuto sulle rocce e sui detriti.


Rhododendron ferrugineum

Rhododendron hirsutum