Club Alpino Italiano
Sezione di Conegliano

Social

Bivacchi tour 2013

La mia estate sportiva 2013 si è consumata tra molte attività. Per quanto riguarda la montagna, ad inizio agosto ho percorso con Valentina l'Alta Via n°2 della Valle d'Aosta. Itinerario lungo, zaini pesanti, tappe impegnative e panorami indimenticabili.

Giunto l'autunno con le sue corte giornate ed il tempo instabile, non avevo però ancora effettuato la solita "escursione" che da molti anni caratterizza la mia stagione estiva. A metà ottobre, finalmente, il meteo mi ha concesso qualche giornata positiva. Senza esitare, ho quindi deciso di partire, l'avventura stava aspettando.

Il mio obiettivo, solitario e in completa autonomia, prevedeva di visitare tutti i bivacchi della zona Col Nudo - Cavallo: 8 ricoveri da collegare con parecchi tratti di sentieri dismessi dal CAI, scarsità di acqua e giornate corte. Lo sviluppo era di soli 90 km, ma, volendo superare i 10000 metri di dislivello con calzature pesanti, avrei incontrato più disagi che vantaggi, per completare il tour nei 3 giorni a mia disposizione, mi sentivo quindi costretto a mettere la scarpe da trail.

Giovedì 17 ottobre ore 7.00

Parto dalla Val Chialedina in direzione Provagna. Lascio alle mie spalle Duranno e Preti, due maestose sentinelle. Grazie al sentiero rimesso a nuovo raggiungo con facilità l'omonimo bivacco. La scorsa settimana ha nevicato e il versante nord del Col Nudo è ancora bianco, il bosco, invece, è tinto da mille colori. La temperatura mite e la visibilità ottima mi fanno dimenticare che dovrei trovarmi al lavoro! Comincia ora un'area wilderness, il sentiero è praticamente scomparso. Le foglie cadute esaltano l'esile traccia lasciando trapelare i raggi del sole. Da quanto posso immaginare, in questa zona passano solo camosci. La vecchia vernice bianco-rossa sulla corteccia degli alberi si è ormai sgretolata, devo quindi fare parecchia attenzione. Il percorso è molto tortuoso, spesso devo osservare i "gli amici a 4 zampe" che mi precedono per intuire dove passare, alle volte cercare i loro escrementi, o, in casi estremi, trovare qualche rametto spezzato. Aggirato il Crep Nudo e valicato il Passo Formica, scendo al bivacco Val di Zea. Sono le 13.10, ho accumulato un discreto ritardo sul mio programma ma la situazione peggiore dovrebbe essere alle spalle. Questo tratto verso il Pasteur, infatti, l'ho già percorso in senso opposto con Pietro. Rivedo gli esili ometti che avevamo costruito e mi sento in colpa di aver in qualche modo "violato" l'ambiente. La traccia scorre veloce e alle 16.20 apro la porta del bivacco. La costruzione è posta in un luogo molto panoramico verso la Val Prescudin. Mi sento tranquillo perché ora dovrei avanzare su sentiero segnato… Invece non trovo nulla. Ispeziono con attenzione, scendo e risalgo, ma la traccia non si vede. Non posso fermarmi al Pasteur per la notte perché ho finito l'acqua da un pezzo. Decido allora di provare la "mia" via. Con un po’ di apprensione e fortuna, guadagno la cresta in prossimità dei Muri. Ora mi trovo sull'Alta Via n°7 e mi sento quasi a casa. Raggiungo Forcella Grava alle 19.00. Il sole è tramontato ad ovest, mentre da est è sorta la luna piena. Preferisco evitare il probabile canalino ghiacciato a nord del Sestier scendendo a Pian di Stele. La luna ora è determinante nella mia salita a cima Valgrande, la sua presenza mi permetterà di godere ancora di un po’ di luce. La visibilità, infatti, è ottima ed il silenzio totale. Alle 21.38 entro nel Bivacco Invernale per la cena. Sarebbe bello rimanere fuori a vedere il cielo stellato ma anche lo stomaco vuole la sua parte.

Venerdì 18 ottobre ore 6.00, si riparte

Voglio scendere alla storica casera Palantina, il giro si allunga, ma, oltre agli 8 bivacchi, vorrei vedere anche tutte le casere. La traccia oggi è molto scorrevole, passo da un' ampio sentiero a una mulattiera e per finire in un tratto asfaltato che mi conduce a Malga Cate. Il peso dello zaino non mi permette di correre, così mi gusto il panorama spensieratamente. L'aria frizzante di primo mattino e la giornata splendida, mi accompagnano oltre Casera Antander fino al Bivacco Toffolon. Raggiunta forcella Federola, posso vedere tutto l'itinerario di ieri, una lunga serpentina in saliscendi nel versante nord-est. Scendo ora tramite Forcella Venal all'omonima casera. A questo punto, avevo pensato di arrivare al Ricovero Naturale attraverso la Ferrata Costacurta, ma la calda luce solare a sud mi consiglia di passare dall'abitato di Degnona. Scendo e risalgo al bivacco di emergenza sotto il Col Nudo. Il tavolato del ricovero non è molto invitante, ma l'acqua che vi trovo all'interno, ha un sapore particolare. Anche la visione del Col Mat è suggestiva. La mia marcia continua, all'imbrunire raggiungo il Rifugio Carota dove c'è Roberto ad attendermi. Condivido il sentiero verso il Bivacco Scalon con l'amico, ceneremo insieme, offre lui. Alle 20.00 ci troviamo presso il nostro "albergo", dotato di un ottimo belvedere verso Ponte nelle Alpi. Mangiamo e chiacchieriamo, in questi 2 giorni non avevo socializzato molto. Il sonno però non sarà dei migliori, condividiamo un'amaca (rotta) con un paio di stuoie in due!

Sabato 19 ottobre ore 5.50, ultima tappa

Accompagno Roberto alla sua auto mentre proseguo verso il Rifugio Dolada. Oltre l'omonima forcella incontro un un paio di cacciatori, sorpresi e non molto entusiasti del mio arrivo. Scendo verso la Val Galina trovando con stupore la traccia segnata. Credevo di faticare con l'orientamento, ed eccomi invece a Pian Salet con facilità. Dirigendomi a Forcella Bassa incontro parecchie difficoltà, devo tornare spesso sui miei passi guadando più volte il torrente, il tempo scorre, mi sento impotente, poi, quando penso di scendere "con la coda tra le gambe" a Soverzene trovo la traccia. In breve recupero le indispensabili energie mentali che mi consentono di valicare la forcella e arrivare a Casera Ditta.

 

Categoria: