Club Alpino Italiano
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AV7, una classica di primavera

C’è la Milano – San Remo e l’Alta Via n°7, due classiche di primavera. In questo pazzo inverno così avaro di neve ho pensato bene di abbandonare gli sci a fine febbraio. Così, dopo qualche uscita con i nuovi scarponi AKU, sono partito per l’avventura solitaria. Volevo testare “testa” e materiali. Avevo appena terminato tutte le alte vie dolomitiche d’estate, ma non avevo mai dormito in un bivacco. E poi, sarebbe stato interessante fare esperienza per l’inverno.

Venerdì 23 marzo 2012, ore 5:00, parto da Degnona, una frazione di Lamosano nella conca dell’Alpago. Le “preghiere” appese tra due case presso il parcheggio vengono mosse dal vento della Val Stabali.

Ore 6:38, superata Forcella Lastra, dopo essermi raccordato con la Via che proviene dal vicino Col Mat, passo nel versante nord. Dalla primavera si ritorna bruscamente in inverno.

Ore 8:48, Col Nudo. La cresta finale che conduce alla cima si trova in condizioni eccezionali. La neve è compatta ed il panorama stupendo. Mi trovo in prima mattinata nel punto più alto della traversata.

La ferrata Costacurta è ufficialmente chiusa. Domenica scorsa sono andato comunque a visionare, fino a metà era quasi ok, poi, la corda sotto la neve e qualche “scarica” dall’alto mi hanno consigliato di desistere. Il “Piccolo Eiger” sarebbe diventato una “Costalunga”!

Ore 10:05, Degnona. Sono ridisceso a valle. Valicherò da sud il Teverone. Il vecchio tracciato antecedente la ferrata non è alla mia portata. I passaggi di 3° esposto su loppa, con zaino pesante e naturalmente senza corda, non rientrano ancora nelle mie possibilità. Ne approfitto per “caricare” acqua e riempire lo zaino.

Ore 11:00, Casera Crosetta. La risalita verso i monti da Funes (quota 815) con un sole cocente alle spalle e lo zaino gonfio, risulta impegnativa. Vedo in lontananza il Crep Nudo, la prossima meta.

13:21, Crep Nudo. Tutto sommato, il tracciato sembrava più lungo e faticoso. Il sole, aiutato anche dal riverbero della neve non scherza. Sono salito come un tuaregh, non avendo con me la crema solare. Il panorama è magnifico. La posizione della cima che è spostata sulla sinistra della catena montuosa, mette in risalto quanta neve dovrò ancora calpestare!

Nel tardo pomeriggio arrivo ai piedi del Messer, c’è ancora un po’ di luce, è un peccato puntare diritto al bivacco Toffolon…

Ore 18:00, Antander. Questa cima mi mancava, non l’avevo mai salita. Dopo una faticosa “conquista” di Forc.Fedarola, con neve marcia che mi faceva sprofondare oltremodo, ho trovato questo ottimo punto di meditazione. I pensieri sconfinano all’orizzonte dentro e fuori di me.

Ore 18:30, “Albergo” Toffolon. Dopo un’intensa giornata è il momento di godersi un meritato riposo. La carta di credito non serve, basta avere con se l’occorrente per la cena e… buona notte!

Sabato 24 marzo 2012, ore 5:50. Si riparte. Durante la notte è caduto qualche debole fiocco di neve. Sembra più caldo fuori che dentro il bivacco. La candela accesa che mi ha tenuto compagnia tutta la notte, ha portato la temperatura “in camera” a 3°. Ho dormito (riposato) 9 ore, un lusso che a casa difficilmente riesco a concedermi.

Ore 6:45, Messer. La neve è “croccante”, ottima per i ramponi. Mi sono riportato in quota, ora vedremo come affrontare la situazione nei sentieri a nord. Sembra che più mi avvicino al Cavallo e maggiore sia lo spessore del manto nevoso.

Ore 8:07 zona tra il Paster e i Muri. La situazione è complicata. Dovrei affrontare una sequenza di pendii molto inclinati con neve molle. Non me la sento di continuare. Scendere al Biv.Paster per risalire a Forcella Grava da nord non è una buona idea. Tornare indietro… proprio se necessario. Provo a scendere un canale a sud. Sarebbe la soluzione più indolore che mi permetterebbe di riguadagnare Forc. Grava Piana da sud. Verso la fine, come da manuale, incontro il classico salto di roccia che con un po’ di fortuna e determinazione riesco a superare. Scendo ancora per arrivare alla Stalla Campitello.

 

Ore 9:30, Pian di Stele. Il tempo sta peggiorando, sul Cavallo nevica. Forse è meglio evitare Pianina e Sestier puntando direttamente a Forc. Sestier.

Purtroppo la situazione peggiora ulteriormente, non mi resta che puntare dritto verso il Cavallo per completare “dal basso” la Via. Non si tratta sicuramente di un risparmio di energie, i sentieri in quota nel versante sud sono praticamente puliti, mentre in Val Salatis a quest’ora la crosta nevosa non regge più.

Ore 11:08, Biv.Invernale. Il peggio è ormai alle spalle, ancora qualche centinaio di metri e finiranno le salite.

Ore 12:08, Cima Manera (o Cavallo) Per completare il giro dovrei salire anche Palantina alle mie spalle, la mia automobile però è parcheggiata a Funes, quindi, non mi resta che tornare sui miei passi.

Ancora B.I. in discesa e poi…il cartello che cercavo:

Ore 16:50, Funes d’Alpago. Termina così una due giorni carica di emozioni ed esperienze.

Nel totale km 50, 36 ore e 6000m D+

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