Una bambina sogna ad occhi aperti avventure incredibili nei luoghi più remoti della terra, ma è un libro, Pastori di renne, che consacra definitivamente la sua curiosità per gli ambienti più ostili del profondo Nord e Sud. L’aver sposato un alpinista all’inizio le apre la strada ai grandi viaggi arrampicatori, ma ben presto il richiamo alla Natura selvaggia torna prepotente cambiando i suoi orizzonti, che diventano per lo più di neve e di ghiaccio. Dalla Groenlandia alla Patagonia, senza disdegnare la sosta in qualche paese più caldo, ma sempre lasciandosi ammaliare dalla bellezza selvaggia di una Natura che mette a nudo debolezze, forze personali, ma soprattutto l’intrinseca fragilità del genere umano.
Quattordici racconti –come scrive nella prefazione Silvia Metzeltin- che trasmettono la freschezza autentica di come si vivono davvero le situazioni inaspettate e incresciose, senza caricarne la drammaticità con eroismi, ma neppure minimizzandola, né addolcendone il ricordo, bensì lasciando emergere, con vena discorsiva non priva di umorismo, anche gli aspetti positivi di quel bisogno intimo dell’andare ad infilarsi in simili scelte, non foriere solo di rischi ma anche di conflitti esistenziali.
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