Club Alpino Italiano
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E fu guerra per ...

 Lunedì 12 gennaio 2015, ore 21 - Sede CAI Conegliano

Assieme al mio Gruppo di rievocazione storica, le Sentinelle del Lagazuoi, nel mese di Marzo 2014 ho partecipato alle riprese di un documentario sulla Grande Guerra nelle Dolomiti per una casa britannica molto nota nel settore dei documentari. Sono in possesso di una prima versione del montaggio, non ancora definitiva ed in lingua inglese, che propongo a tutti i Soci interessati. Introdurrò la proiezione del documentario con alcune foto che ho scattato personalmente dietro le quinte. Il tempo che ci ha accompagnato nei giorni delle riprese è stato meravigliosamente orrendo, fornendo delle immagini molto suggestive.

In questo periodo stiamo assistendo ad un brulicare di eventi, manifestazioni, pubblicazioni di libri, convegni, riprese di film e molto altro ancora, tutti incentrati sulla prima guerra mondiale. E' logico pensare che il motivo principale di questa frenetica attività sia

da imputare al fatto che un secolo fa ci fu l'attentato di Sarajevo, scintilla della Grande Guerra: il 28 giugno 1914 Gavrilo Princip uccise Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este, erede al trono dell'Impero Austro-Ungarico, fatto che esattamente un mese dopo portò l'Austria a dichiarare guerra alla Serbia. Per tutti i dettagli invito il lettore a visitare il sito Internet delle Sentinelle del Lagazuoi (www.sentinellelagazuoi.it), associazione di cui faccio parte, dove troverà diversi articoli relativi a questi fatti e molto altro. In questa sede però voglio proporre un paio di quesiti che solitamente affiorano durante le nostre rievocazioni storiche che come sapete, vengono effettuate anche in montagna.

Oltre alle solite domande di natura tecnica, militare e storica il pubblico alle volte chiede quali siano le ricadute della Grande Guerra su di noi, uomini del 3° millennio. La storia è una catena continua di eventi senza soluzione di continuità, per cui anche la Grande Guerra fu conseguenza di certe situazioni e di alcuni avvenimenti, ed a sua volta origine di altri. Semplificando al massimo, nella Grande Guerra ci sono tutte le radici della situazione politica e sociale che in breve tempo avrebbe gettato il mondo intero nel maggiore conflitto armato della storia, la Seconda Guerra Mondiale con i suoi 55 milioni di morti. Questa a sua volta ha
portato la spartizione politica del nostro pianeta che tutti conosciamo e viviamo. Siccome è andata come sappiamo, oggi siamo pervasi dalla cultura anglosassone (basti pensare a quanta musica e quanti film americani ci sciroppiamo di continuo); fosse andata diversamente, probabilmente guarderemmo film russi.

Altre volte invece i visitatori chiedono a cosa sono serviti i circa 16 milioni di morti. La risposta non deve essere banale, non può limitarsi a dire che sono caduti "per effetto diretto ed indiretto di una guerra che ha messo in campo nuove tecnologie fino allora sconosciute" quali mitragliatrici leggere, aerei, sommergibili e gas. A me piace rispondere "dipende" perché sono convinto che dare o meno un senso a tutti quei morti dipenda molto da noi, da come noi viviamo la nostra piccola pagina di storia. Senza meriti abbiamo ereditato una bella nazione, un certo benessere (anche se oggi traballa un po'), un lungo periodo di pace europea ma raramente ricordiamo chi ha contribuito con il proprio sacrificio a costruire tutto questo. Personalmente, ogni volta che frequento le nostre montagne penso a quanti hanno combattuto 100 anni fa, ai giovani che hanno dovuto praticare l'alpinismo per scelta di altri e li immagino vestiti di panno grigioverde zuppo d'acqua o peggio ancora in marcia nella neve pesantemente denutriti. Mesi e mesi abbarbicati in posizioni terribili in condizioni disumane fra pidocchi e malattie dove magari oggi andiamo a sciare senza nemmeno vedere quello che rimane dei manufatti militari. Beh, grazie ragazzi!

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