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Gita di Escursionismo

DOMENICA 05 NOVEMBRE 2017

Val Molin dei Frari

Dolomiti Bellunesi

foto gita
Partenzaore07:30
Dislivello salitam750
Dislivello discesam750
Tempo di percorrenzaore6
DifficoltàEE
EquipaggiamentoNormale da escursionismo
CartografiaTabacco 024
TrasportoMezzi propri
CapogitaGuerrino Malagola
Aiuto capogitaSantina Celotto
Presentazione 31 ottobre 2017 ore 21:00
La Val Molin dei Frari prende il nome dall’omonimo torrente, affluente del Fiume Piave, che scorre in questa piccola valle, posta a ridosso del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Il percorso, di carattere naturalistico, prevede la partenza da Pian di Vedoia (420 m s.l.m. ca.) e arrivo alla Casera Coston (1.170 m s.l.m.). Sotto il profilo faunistico l’area è frequentata da ungulati, camosci in particolare, da rapaci diurni (compresa l’aquila) e dal raro picchio muraiolo sulle pareti rocciose. Interessanti anche le presenze botaniche, compatibilmente con la stagione. Da Casera Coston poi sarebbe possibile raggiungere Forcella Palughet e da lì arrivare nella foresta della Cajada. La partenza dell’escursione, dove parcheggeremo le auto, è nelle immediate vicinanze della linea ferroviaria Belluno-Calalzo, che con prudenza e attenzione attraverseremo. Si sale per un buon sentiero, largo e ben segnalato (515). In basso si lascia la valle del Piave, dove i rumori della statale ci inseguiranno, amplificati dalle vicine pareti di roccia ma smorzati dall'aspetto selvaggio che ci circonda. Quasi senza accorgersene si imbocca una cengia sorprendentemente comoda che in breve ci farà sbucare sui prati in località Prome, dove i rumori della valle sono solo un ricordo sbiadito. Di fronte potremmo osservare la parete est del Monte Serva, mentre voltandoci scorgeremo la piana di Ponte nelle Alpi e il lontano Cansiglio. Il percorso, sempre per ottimo sentiero ben segnato, si snoda con percorso logico, ma tortuoso lungo tutte le rientranze e le coste che i vari contrafforti della Becola protendono verso valle. Spesso si cammina con buona esposizione, ma mai preoccupante, sui ripidi pendii prativi, sempre senza difficoltà alcuna sulla buona traccia; molti sono i passaggi caratteristici e in alcuni punti più ostici si vede l'intervento addomesticatore dell'uomo. Lentamente guadagneremo quota nei numerosi andirivieni tra valloni e costoni. Si transita durante il tragitto presso più di una casera, anche se per vederne i ruderi bisogna risalire le tracce - comunque evidenti - che si incontrano di tanto in tanto. Il confine con il Parco Nazionale è evidente quando il sentiero improvvisamente si fa più selvatico, anche se la traccia rimane sempre confortevolmente larga e pulita. Passeremo alcuni canaloni piuttosto tormentati, lasciandosi alle spalle cenge erbose, cascatelle, rocce strapiombanti ed erti costoni; il percorso a volte sorprende, trovando sempre una facile via anche attraverso i luoghi più impervi. In ogni caso con modestissime difficoltà si giunge all'ultimo costone dove inizia una salita più decisa che porta in breve all'ultima casera della valle, la Casera Coston, dove faremo una meritata sosta sullo spiazzo antistante (se risulterà chiusa). Intorno osserveremo gli incombenti strapiombi del Monte Serva. Il rientro, necessariamente, è sullo stesso percorso dell’andata.