Club Alpino Italiano
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Libri delle ascensioni, dei visitatori e di vetta nell'archivio del CAI di Conegliano

L’archivio del CAI di Conegliano, accanto ai faldoni e fascicoli che dal 1925 raccolgono la documentazione delle varie attività istituzionali, comprende anche la serie di libri delle ascensioni e dei visitatori dei rifugi Vazzoler, Torrani, Bivacco Carnielli – De Marchi, nonchè tutti i vari libri di vetta collocati sulle sommità del gruppo quali Monte Civetta (m 3.218), Torre Venezia, Torre Trieste, Campanile di Brabante e Cima del Bancon. Serie di libri e di registri, non sempre complete, che nella classica tripartizione da sempre utilizzata nel CAI come libri delle scalate, libri dei visitatori e libri di vetta, sono state realizzate nel corso degli anni per una molteplicità di funzioni che si concretano nella registrazione volontaria di alcuni dati oggettivi da parte dei visitatori o ospiti di passaggio nell’area dei propri rifugi o sulle vette monitorate: visitatori, soci o meno dei CAI, suddivisi e differenziati in scalatori (qualificati, affermati o esordienti), alpinisti ed escursionisti (appassionati e studiosi della montagna), semplici visitatori.

Le rilevazioni continuative, quasi giornaliere, svolte nei rifugi o sulle vette, sono solo in apparenza formali o burocratiche. Quelle raccolte attraverso le varie sottoscrizioni dei diversi libri dell’archivio CAI di Conegliano consentono di delineare e definire, con particolare rilievo, personaggi, momenti, aspetti e realtà del mondo della montagna dolomitica, non solo di valore statistico ma anche di livello culturale e sociale.

Uno sguardo anche sommario sulla documentazione archivistica di Conegliano, non certo unica ma simile a quella, se accuratamente conservata, di tanti altri archivi del CAI d’Italia, conferma alcune specificità del territorio montano veneto e il valore della loro conoscenza e conseguente tutela.

 

LIBRI DELLE ASCENSIONI (Rifugio Vazzoler)

Sono cinque i libri delle ascensioni del Rifugio Vazzoler che, in ordine cronologico, raccolgono le testimonianze, le firme, le relazioni, i giudizi ed anche i disegni di vie, pareti, percorsi e ascensioni realizzate nel gruppo del Civetta. Libri che si sono formati, attraverso la raccolta cronologica di scritte ed annotazioni degli stessi protagonisti che le hanno rilasciate, sotto la responsabilità del gestore del Rifugio che ha custodito i registri stessi. Libri di ascensioni che hanno assolto nel tempo ad una funzione fondamentale, quella della informazione diretta ed immediata dell’evento annotato e delle sue caratteristiche.

Il libro n.1 del Rifugio Vazzoler con le annotazioni delle ascensioni dal 1.7.1929 al 9.9.1947 contiene pagine di accurate relazioni, firme, documenti, soprattutto una serie di disegni originali, piccole minuziose miniature di pareti e di vette dovute alla penna di Domenico Rudatis. Nella storia della letteratura alpina questo libro rappresenta certamente una delle più esaurienti fonti documentali dirette di un preciso periodo storico come è stato evidenziato anche di recente, nella sede del CAI di Conegliano in una dettagliata conferenza sul tema “Il Rifugio Vazzoler e l’arrampicata in Civetta nell’epoca d’oro del sesto grado”. Il libro n.2 contiene le annotazioni delle ascensioni dal 23.7.1948 al 9.8.1962. Il libro n.3, dall’agosto 1962 al 6.7.1975. Il libro n.4, le ascensioni dal 24.8.1974 al 20.9.1987. Il libro n.5, ascensioni dal 19 luglio 1988 al 6 settembre 2009. In questi cinque libri è stata scritta una parte ancora inedita della storia dell’alpinismo contemporaneo. Del primo libro del Rifugio Vazzoler (1.7.1929 – 9.9.1947) esiste una copia conforme, integrale e precisa anche nei minimi particolari. Lo ha riprodotto, a mano, con paziente maestria, Ugo Baldan per preservare l’originale dalla consultazione diretta (e logorante). Nel libro n. 5 di appena 50 pagine, accanto al commosso saluto alla celebre coppia di sestogradisti George e Sonia Livanos (2004), figurano dettagli di gran parte delle imprese del nuovo alpinismo di oggi, con i protagonisti come: Manrico Dell’Agnola, Lorenzo Bearz, Lorenzo Massarotto, Lorenzo Mazzalis, Maria Luisa Maraldo fino agli agordini Stefano Santomaso ed Ermes Dell’Agnola, Olindo De Biasio, tanto per citare solo alcuni nomi.

 

LIBRI DEI VISITATORI (Rifugi Vazzoler e Torrani, Bivacco Carnielli)

La serie più consistente dei libri dei visitatori dei rifugi Vazzoler, Torrani e Bivacco Carnielli-De Marchi è quella riguardante il Rifugio Vazzoler. Sono 32 i volumi che raccolgono date, firme e testimonianze della variegata categoria degli ospiti (secondo il termine arcaico di un tempo), anche famosi.

Il libro n. 1 dei visitatori del Rifugio Vazzoler inizia proprio con la inaugurazione del Rifugio stesso avvenuta il 29.6.1929 ed arriva con le registrazioni fino al 14 settembre 1938. L’elenco di tutti gli intervenuti alla inaugurazione (esponenti più in vista del CAI nazionale e della politica di allora) occupa le prime 5 pagine: sono 250 nominativi. Interessanti anche gli autografi preziosi di personaggi illustri. Tra tutti: Alberto Rethy, Bruxelles, Sezione Cai Cadorina, ossia il Re Alberto del Belgio che con Paula Wiesinger, Hans Steger e il Conte Aldo Bonacossa, vertice del CAI nazionale, effettuano la traversata della Torre Venezia sulla Parete Ovest. Il libro n.2 comprende il periodo dal 24.6.1939 al 2.9.1947 (pagine 150). Dopo le iniziali trenta presenze del Dopolavoro Aziendale Casse Risparmio di Rovigo e Padova, la firma n.31 è quella apposta da Italo Cosmo, il presidente del Cai di Conegliano, seguita da Girolamo Dal Vera, Francesco Travaini, Domenico Bareato, Afra Sbrissa, Camillo Vazzoler, firme che ritornano altre volte con numerosi personaggi del mondo coneglianese, che è sempre di casa anche in questa zona. Il libro n.3 (periodo dal 1948 al 1954) è assente. Consegnato a qualche studioso non è stato più restituito. Il libro n.4 (dal 16.8.1954 al 16.9.1960) continua la serie ininterrotta dei libri dei visitatori, una pila alta più di un metro con annotazioni e firme, fino al libro n.30 che contiene le annotazioni dal 30.6.2002 al 19.8.2002. Il libro n. 31 continua dal 20.8.2002 e con quelli successivi sino ad oggi, libri che attendono di essere sistemati o depositati.

Il Rifugio Torrani, costruito dal CAI di Conegliano poco sotto la vetta contemporaneamente alla ferrata Tissi, fu inaugurato il 7 agosto 1938. Ha la sua serie di interessanti e documentati libri dei visitatori. Sono 75 gli ospiti iniziali, presenti alla inaugurazione ad alta quota, nel 1938. I loro nomi e firme inaugurano anche il libro n.1 dei visitatori del Torrani che riguarda il periodo dal 7.8.1938 al 25.7.1960. Nomi e cognomi riportati nelle prime pagine, di seguito al discorso inaugurale pronunciato dal presidente Italo Cosmo, del pari riportato con la relazione introduttiva del libro, scritta di suo pugno, quindi autografa. Gli ospiti del Rifugio Torrani sono alpinisti o escursionisti esperti e preparati anche se raggiungono la vetta per le vie normali. Il Rifugio Torrani sorge infatti ad un particolare crocevia di accesso e di transito costituito dalle due storiche vie ferrate: la Tissi costruita nel 1938 e la ferrata detta “degli Alleghesi”, costruita nel 1967 con relative varianti e sostituzioni. I libri del Rifugio Torrani raccolgono anche i nominativi di scalatori di alto livello, quelli che raggiungono la vetta direttamente dalla parete nord, attraverso le vie Solleder – Lettembauer o Philipp – Flamm. Dopo il libro n.1 si apre un vuoto di 18 anni, dal 1960 al 1978. Si tratta del vuoto di un libro che manca all’appello. In attesa che emerga, il libro n.2 è stato definito provvisorio e contiene le firme e le annotazioni solo dal 30.7.1978 al 24.8.1980. Il successivo libro del Rifugio è il libro n. 2 bis che va dalla seconda inaugurazione del Rifugio Torrani, che fu ripristinato e riaperto il 24.8.1980, fino al 3.8.1987. Il libro n. 3, dal 22.7.1987 al 22.8.1991 è integrato da piccoli notes volanti ai quali si è fatto ricorso quando sono venute meno le pagine del libro. Il libro n.4 (dal 22.8.1991 al 2 novembre 1997) e il libro n.5 (dal 8.7.1998 al 13.9.2009) chiudono la serie del Torrani.

Il Bivacco Carnielli – De Marchi, sempre del CAI di Conegliano, sorge nel Gruppo Pramper – Mezzodì (Dolomiti di Zoldo) alla base dello Spiz Sud, sulla Pala dei Lares Auta, a quota 2010. Anche se per ubicazione non è di agevole accesso, rappresenta una buona base per ascensioni alpinistiche, anche invernali, impegnative e con interessanti (ma non sempre facili) traversate in croda. Di conseguenza è stato dotato di un libro di visitatori, escursionisti ed alpinisti di particolare preparazione. Il primo volume inizia con le firme del 27 settembre 1970, quando il bivacco fu inaugurato. Ed abbraccia il periodo dal 1970 al 20 giugno 1992. Il secondo libro, dall’estate del 1992 giunge all’11 settembre 2008. Le presenze registrate fino a quella data, tra firme, annotazioni e commenti, sono complessivamente n.7560.

 

LIBRI DI VETTA (Monte Civetta, Torre Venezia, Torre Trieste, Campanile di Brabante, Cima del Bancon)

I libri di vetta costituiscono una particolare categoria di libri riservati solo agli alpinisti o escursionisti che raggiungono alcune vette di significativo rilievo. Quelli conservati negli archivi di Conegliano riguardano il Monte Civetta (m 3.218), la Torre Venezia, la Torre Trieste, il Campanile di Brabante e la Cima del Bancon. Collocati sulle sommità della montagna o del gruppo, sotto la protezione di cumuli di sassi ben visibili, sono custoditi e preservati a causa dell'altitudine entro doppi astucci metallici, ma anche riservati alla responsabilità di chi li utilizza per firme ed annotazioni. I più antichi libri di vetta dell’archivio di Conegliano risalgono agli anni 30 del secolo scorso e riguardano sia la Torre Venezia (1932) come il Campanile di Brabante (1933). Negli stessi anni era stato certamente iniziato il “monitoraggio” anche della vetta principale del Monte Civetta (m.3218). Ma quei libri sono scomparsi, ci si augura, in qualche archivio privato. Pertanto la serie disponibile dei libri del Monte Civetta (mt.3218) inizia solo con gli anni ’80, dalla seconda inaugurazione del Rifugio Torrani. Più precisamente solo dal 1988 al 2010, con frammenti vari dall’agosto all’ottobre 1987. E’ comunque una raccolta imponente, costituita da 14 volumi, tutti riordinati e rilegati, nei quali gli spazi sono stati occupati con annotazioni anche nelle minime superfici bianche. Ciò che rende singolari, ma anche interessanti, tutti i libri di vetta, in particolare quelli della quota 3218, sono la varietà e la intensità delle più svariate annotazioni e testimonianze sia tecniche come personali. Questi i periodi dei quattordici libri solo del Monte Civetta: libro n.1, dal 28 agosto 1988 al 19 agosto 1990; libro n.2 raggruppa frammenti vari o spezzoni di libri provvisori ritrovati nell’archivio (ottobre 1987, settembre 1990, agosto 1992, agosto 1999); libro n.3, dal 15 settembre 1990 al 31 luglio 1992; libro n.4, dal 20 agosto 1992 al 24 settembre 1994; libro n.5, dal 10 luglio 1994 al 15 agosto 1995; libro n.6, dal 20 agosto 1995 al 10 settembre 1996; libro n.7/A dal 13 luglio 1997 al 19 luglio 1998; libro n.7/B, dal 20 luglio 1998 al 12 agosto 1999; libro n.8, dal 18 agosto 1999 al 26 agosto 2000; libro n.9, dal 27 agosto 2000 al 3 agosto 2002; libro n.10, dal 3 agosto 2002 al 20 agosto 2003; libro n.11, dal 4 settembre 2003 fino al 9 agosto 2005; libro n.12, dal 15 agosto 2005 al 12 settembre 2006; libro n. 13, dal 19 settembre 2006 al 7 agosto 2008; libro n.14, dal 10 agosto 2008 al 31 agosto 2010; libro n.15 (da rilegare), dal 26.8.2010 al 22 luglio 2012; libro n.16 che inizia il 5 agosto 2012 con la firma di Donadi Lorenzo, ispettore del CAI Conegliano, e termina con le firme “In vetta al Civetta” di Giuseppe Lorusso del CAI di Belluno. Le numerose annotazioni solo dei libri del Monte Civetta danno vita ad un vero e proprio romanzo lungo, a più capitoli, con protagonisti tutti i personaggi che hanno frequentano il Gruppo della Civetta.

I libri di vetta della Torre Venezia sono solo quattro, suddivisi nella sequenza di annotazioni e firme di ripetizioni e scalate dal 1932 al 2009. Il libro n.1 abbraccia un periodo di trenta anni, dal 24 luglio 1932 al 18 agosto 1961, è il più ampio e variegato per sintetiche annotazioni e personaggi che vi compaiono. Il libro, nelle prime pagine, contiene una sommaria introduzione, in elegante grafia, dove sono elencate tutte le salite alla Torre Venezia precedenti il 1932. Tra le firme celebri richiamate nella introduzione figurano Ettore e Bruno Castiglioni, Domenico Rudatis, Renzo Videsott, Giovanni Andrich ed Attilio Tissi. E’ anche presente S.M. Re Alberto del Belgio che con il Conte Aldo Bonacossa, Paula Wiesinger e Hans Steger, il 14 settembre 1931 ha raggiunto la vetta della Torre Venezia per la parete ovest. Bastano solo poche righe (pag.72) per sintetizzare la fine di un periodo della nostra storia. Il 18 luglio 1943 (giorno dell’ incontro di Mussolini e Hitler a villa Gaggia di Feltre ma anche del bombardamento di Roma) firmano il libro di vetta il cap. Vittorio Berno e Del Favero Francesco, del 5° Artiglieria Alpina “Pusteria” (via Castiglioni, parete ovest). Qualche giorno dopo, il 26 luglio 1943, firmano il libro di vetta Brunelli Franco, CAI Conegliano e Arvedo Decima, CAI Agordo, che percorrono la via Cozzi – Zanutti. Attenti alla storia annotano: una ora e 30 minuti, ma anche: “prima salita dopo la Liberazione. Una annotazione anonima, a margine, a matita, commenta: “Balle!” Evidentemente si tratta di un escursionista che non ha capito che la storia ha già voltato pagina. Il libro n.2 della Torre Venezia, “autenticato” in data 1 agosto 1976, contiene le registrazioni di vetta fino al 1989. Manca il libro di vetta intermedio, dal 1961 al 1976, la seconda epoca d’oro dell’alpinismo dolomitico, certamente dimenticato in qualche archivio privato. Le vie percorse per raggiungere la vetta sono la tradizionale via normale, la via Castiglioni, la via Tissi, la via Ratti – Panzeri, la via Andrich Faè, con l'aggiunta del diedro Livanos. Compare nel 1968 la prima via direttissima in artificiale di Enrico Mauro e Mirko Minuzzo. Il libro n.3 è stato collocato in vetta il 17 agosto 1989 mentre la fine, con l’ultima registrazione, è del 17 giugno 2001. Il libro n.4 inizia con la data del 22 giugno 2001 e con la ripetizione della via Ratti – Panzeri, che resta una delle più ripetute con la Castiglioni e la Andrich – Faè (spigolo sud ovest). Quando il 16 luglio 2009 viene celebrato il centenario della prima salita e battesimo della Torre Venezia (Cozzi – Zanutti – Carniel – Cepich) firmano la ricorrenza dell’evento Giorgio Fontanive, Vezzi Renato, Pietro Penzo e Biscontini Luciano, del CAI di Agordo e di Venezia.  E ancora Ivan Da Rios, Davide Rivaben e Ugo Agnoletto del CAI di Conegliano. Excelsior: segno che altri sono ancora i traguardi che si attendono.

Unico è il libro di vetta della celebre Torre Trieste, gemella della Torre Venezia, anch’essa percorsa da numerose classiche vie di grande impegno. E’ costituito da un grosso quaderno scolastico, rovinato dalla umidità, di appena 50 pagine. La delusione è grande perché la prima registrazione reca la data del 9 agosto 1998. Una cordata del CAI XXX Ottobre di Trieste (Paolo Camerino e Marco Esposito) raggiungono la vetta per la via Tissi dello spigolo Ovest. Giungono in vetta anche Roberto Corsi (CAI Parma) e Fabrizio de Liberali (CAI Belluno) percorrendo la via Cassin “alla Torre”. Un giudizio lapidario: “Riccardo è un uomo eccezionale. Pensare che è stata fatta nel 1935!”. L’ultima registrazione è del 10 giugno 2004. C’è anche una nuova via, la via della Strega, aperta il 22 luglio 2001 da Roberto Mazzilis e Maria Luisa Maraldo, a sinistra della via Piussi. Ma dove sono finite le pagine gloriose del precedenti libri dell’epoca d’oro dell’alpinismo italiano?

La prima ascensione del Campanile di Brabante è del 2 settembre 1933. Una cordata “internazionale” composta da S.A.R. Leopoldo del Belgio, il barone Carlo Franchetti, Domenico Rudatis, Giovanni Andrich e Attilio Tissi, capo cordata, tutti del CAAI di Roma e di Belluno, apre una nuova via che consacra il nome della vetta alla Casa Regnante Belga, dedicandola al Ducato di Brabante. Il libro di vetta è stato collocato sulla sommità solo il 14 settembre 1950 da una cordata agordina con la 24a ripetizione della via compiuta da Armando Da Roit, Vincenzo Dal Bianco, Don Igino Serafini (uno scalatore, uno storico, un sacerdote, il parroco di Falcade). Sono le loro firme che inaugurano il libro delle ascensioni del Campanile di Brabante. Nelle prime 18 pagine sono riportati i nominativi e le date delle prime 23 ripetizioni. Le pagine successive contengono la storia delle ascensioni a quella vetta fino al 15 agosto 1986, quando Vanz Roberto, Soppelsa Stefano e Chenet Bepi aprono una via nuova sullo spigolo ovest. Sono complessivamente 447 scalate, delle quali 126 di cordate italiane, mentre 317 sono le cordate straniere, di tutto il mondo. Il libro sta per essere pubblicato integralmente in copia anastatica.

Ultimo libro di vetta, ma non per importanza è quello della Cima del Bancon (m 2.350). Ha il formato di piccola agenda (cm 13 x cm16), contiene, nelle prime pagine, l'elencazione delle prime nove salite dovuta a Vincenzo Dal Bianco, l’autore della prima storica guida della Civetta (Monte Civetta, Padova 1956). La prima ascensione assoluta della Cima del Bancon è quella effettuata da Emilio Comici, Felice Franceschini e Domenico Rudatis il 4 agosto 1928, via per cresta dalla Cima delle Mede. Il libro è stato collocato in vetta per la prima volta il 25 agosto 1953. Contiene una sola registrazione: la prima ascensione della parete Est, compiuta da Gabriel Robert, G.H.M. Marseille e Da Roit Armando, G.H.M. Agordo (“salita di VI grado superiore, ore di effettiva arrampicata 24, un bivacco. 24, 25 agosto 1953”). Poiché il libro di vetta reca una sola firma, quella di Armando Da Roit, se ne desume che venne depositato in vetta proprio in occasione della prima ascensione del 25 agosto 1953 (parete Est), proprio dal capocordata di quella scalata. E non fu più utilizzato fino al suo ritiro definitivo.

 

CONCLUSIONE

 Rappresenta un patrimonio di particolare valore quello costituito dalla serie di libri delle ascensioni, dei visitatori e di vetta conservati nell’archivio CAI di Conegliano. Ma anche un interessante campione di quanto di simile o analogo può esistere presso gli altri archivi del CAI. L'analisi dei documenti di Conegliano evidenzia non soltanto il mondo della comunità coneglianese nei suoi rapporti con la montagna, ma anche le possibili aree di ricerca che vanno oltre la storia locale e le specifiche attenzioni culturali della montagna stessa. Aree che possono riguardare anche a livello universitario, temi, aspetti, componenti sociali della montagna attraverso il volontariato, il tempo libero e la stessa natura degli insediamenti che la vivono o frequentano, di conseguenza i valori da proteggere e tutelare in via prioritaria.

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